martedì 24 marzo 2020

Simmel: Metropoli e personalità

Il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel (1858 - 1918) si interessa per primo dal punto di vista sociologico dei fenomeni legati ai grandi agglomerati metropolitani.
Per Simmel la sociologia studia le forme dell’interazione più di quanto queste incidano effettivamente; egli analizza gli effetti sociali della modernizzazione. Per lo studioso le caratteristiche proprie dell’uomo metropolitano si suddividono in due tratti psicologici: 
-       in primo luogo, l’uomo è sottoposto a un rapido susseguirsi di stimoli sensoriali, distanti dalla lentezza e dall’uniformità delle impressioni tipiche degli abitanti delle piccole comunità o dei villaggi.
-       in secondo luogo, l’uomo vive in un ambiente i cui beni e le prestazioni sono monetizzati, cioè sottostanno alle leggi del mercato.

La divisione del lavoro porta alla frammentazione della vita sociale, e incoraggia l’individualismo e l’egoismo. Il denaro è la fonte e l’espressione della razionalità e dell’intellettualismo metropolitano. Riduce qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa. La città moderna “la metropoli” porta ad una vita alienata. Nell’individuo metropolitano le sfere della famiglia e del vicinato perdono il loro peso, per essere sostituite dalla sfera dei mille contatti superficiali

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