L’opinione comune solitamente attribuisce il valore “scienza” alle discipline fisico-matematiche.
Proprio su questa identificazione riprendiamo in causa il sociologo Auguste Comte, il quale, elaborando una “scienza della società”, riteneva che l’umanità fosse giunta ad un momento cruciale della sua storia, caratterizzato dall’affermazione della mentalità scientifica in ogni ambito del sapere e della cultura. Il suo compito consisteva nell’applicare ai fenomeni sociali le procedure di tipo empirico, con lo scopo di cogliere le leggi generali che governano la vita sociale.
Nei giorni d’oggi questo modello è poco plausibile a causa:
- gli esseri umani non sono molecole o corpi celesti, per i quali non possiamo supporre una sicura costanza di comportamento ed un totale controllo.
- gli esseri umani, diversamente dagli oggetti del mondo fisico, sono dotati della capacità di attribuire significati e scopi al loro agire.
Per definizione di scienza si intende un insieme di conoscenze ottenute attraverso:
- metodi di indagine empirici e sistematici
- uso di modelli teorici
- pubblicità e
controllabilità dei risultati ottenuti
La sociologia è una scienza empirica, basata sulla necessità di verificare direttamente, tramite l’esperienza, la bontà e la plausibilità di un’idea o di un’opinione.
Paradigmi
In sociologia esiste uno stadio preliminare alla stessa
elaborazione teorica. Consiste nell’assunzione di un quadro generale di sfondo
entro il quale collocare teorie e dati. Il filosofo statunitense Thomas Kuhn (1922 – 1996) ha chiamato “paradigmi” questi quadri di
sfondo.
Lo studioso rifiutava la concezione tradizionale della scienza come accumulazione progressiva di nuove scoperte, affermando invece, che in certi momenti (detti rivoluzionari) si interrompe il rapporto di continuità con il passato e si inizia un nuovo corso in modo non completamente razionale.
In realtà questa situazione è difficilmente riscontrabile; le differenti prospettive che gli studiosi adottano nello studio dei fenomeni sociali generalmente coesistono senza annullarsi.
I due principali paradigmi antagonisti sono:
- il paradigma della struttura: (ispiratore Durkheim)
Si
sostiene che per comprendere la società, è necessario studiare, considerare, le
strutture fondamentali della società, perché solo studiando la società
complessiva (famiglia, religione) è possibile comprendere la società e gli
individui che ne fanno parte, perché quest’ultimi sono fondamentalmente
orientati, condizionati e determinati dalla società. La
società prima di tutto.
- il paradigma dell’azione: (ispiratore Max Weber)
Si
sostiene il contrario, ossia per comprendere la società non bisogna studiare la
società stessa, ma gli individui, le interazioni, ciò che fanno, e le azioni
individuali. L’azione sociale è un’azione orientata verso gli altri,
relazionale. Osservano l’azione dell’individuo, non si comprende l’individuo
stesso, ma l’intera società.
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