lunedì 18 maggio 2020

Jedlowski – esiste il sabato?


Paolo Jedlowski (1952) è un sociologo ed accademico italiano. È attualmente professore ordinario di Sociologia all’Università della Calabria. 
Si occupa di sociologia della cultura, di teoria sociale, di sociologia della vita quotidiana e di storia della sociologia.

Partendo da una semplice storia ebraica Jedlowski esemplifica il concetto della realtà come costruzione sociale. I giorni della settimana, così come le convenzioni che regolano la nostra vita sociale, non esistono “di per sé”, ma sono per l’appunto “costruite” dall’azione umana. Si tratta però di un processo automatico ed inconsapevole che tendiamo a rimuovere pensando che il reale sia qualcosa di “dato” indipendente dalle nostre convinzioni e le nostre scelte.

La storia narra di un rabbino, che è stato a lungo nel bosco in preghiera. Dopo molti giorni in solitudine, rientra al villaggio. Avendo fame intende fermarsi all’osteria, trovandola chiusa. Si stupì del fatto, perché non era sabato. L’oste, in casa, si meravigliò a sua volta nel vedere in viaggio il rabbino. A quanto ne sapesse era sabato e al sabato la legge proibisce ogni genere di attività, viaggi inclusi. Vedendo il rabbino in viaggio ebbe un dubbio: forse era lui a essersi sbagliato del giorno? Quindi per evitare equivoci scende dal suo appartamento e apre l’osteria. Conversando con altri si accorge che in verità è proprio sabato. Quindi era il rabbino a sbagliarsi. Essendosi appartato per lungo tempo aveva perso il conto dei giorni. 

Se analizziamo il racconto dal punto di vista della natura, sia il sabato, che il lunedì, o qualunque altro giorno della settimana non sono diversi. Nella realtà naturale la differenza non c’è. Eppure, tra il lunedì e il sabato per coloro, che condividono una determinata cultura, la differenza esiste. Il rabbino e l’oste, infatti, non possono fare a meno di finire per coordinarsi: l’uno o l’altro possono sbagliarsi.

Possiamo dunque dedurre chela suddivisione dei giorni della settimana, non essendo un fenomeno naturale, è una costruzione sociale la cui creazione è avvenuta quasi inconsapevolmente e di cui la necessità è spesso ignorata. Da una realtà naturale si passa ad una realtà istituzionale. Il costruzionismo sociale non si basa su una volontà individuale, ma su un ampio gruppo di persone di una stessa società e cultura.
La realtà sociale, quali, ad esempio, le istituzioni e i costumi, dipende dall’azione degli uomini, ma anche la realtà extrasociale, almeno per alcuni versanti è altrettanto socialmente costruita. 

Dire che la realtà è una costruzione sociale significa, però, specificare questo presupposto in modo tale da renderlo simile ad un “paradigma”: un paradigma interno al campo della teoria sociale e cioè trasversale rispetto a più discipline. Esso si compone in tre affermazioni:

  • La prima è che tutto l’insieme di ciò che chiamiamo realtà è colto dalle persone attraverso la mediazione di quadri simbolici e cognitivi di natra sociale, cioè il linguaggio che usiamo.
  • La seconda è che una parte di realtà, chiamata “realtà sociale”, è il risultato dell’azione e dell’interpretazione congiunte da più individui.
  • La terza è che tale risultato è, però, usualmente rimosso in quanto tale, quindi in quanto risultato; appare piuttosto naturalmente non come prodotto, ma come dato. 


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1. In che senso si può affermare che “il sabato non esiste”?
  • L’affermazione “il sabato non esiste” è un riferimento al fenomeno del costruzionismo sociale, per il quale l’uomo, con l’influenza di una società e di una cultura sul flusso temporale della natura, crea i giorni della settimana. Infatti, la suddivisione della settimana non è presente in natura: da qui l’affermazione che, appunto, non esiste.

2. Perché, secondo l’autore, nella storia citata il rabbino e l’oste “non possono fare a meno di finire per coordinarsi”?
  • Il fatto che la suddivisione temporale è un costrutto sociale avvenuto quasi interamente inconsciamente, dimostra che l’organizzazione del tempo è un riferimento fondamentale per l’individuo e la società stessa. L’uomo, cercando di sentirsi parte di un nucleo sociale deve sincronizzare e coordinare il flusso del tempo.


3. In che senso secondo l’autore anche la realtà extrasociale è socialmente costruita?
  • La realtà sociale, dipende dall’azione degli uomini, ma anche la realtà extrasociale, almeno per alcuni versanti è altrettanto socialmente costruita. Questo avviene perché l’uomo, con l’effetto di società e cultura, influenza direttamente la natura stessa, per quanto nelle scienze umane si faccia la differenziazione delle realtà, che variano tra naturale ed istituzionale.

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