Le ricerche degli antropologi non si rivolgono solamente allo studio degli elementi della cultura materiale, ma prendono in esame anche i cosiddetti “sistemi di pensiero”.
Fin dagli esordi dell’antropologia culturale, gli studiosi furono interessati a spiegare e
comprendere le forme di pensiero non scientifiche, che si esprimono nella magia e nei racconti mitici nelle popolazioni extraeuropee.
I sistemi cognitivi differenti da come siamo stati cresciuti ed educati rappresentano modalità alternative di conoscenza, non prive di una loro logica e di una loro efficacia.
Pensiero magico
Quello del pensiero magico è un tema che ha interessato gli antropologi fin dall’inizio, studiato nei suoi rapporti con la religione e la scienza, riscontrando che tra magia e religione non intercorrano rapporti molto stretti.
Il nesso tra magia e scienza è evidente nei riti di guarigione, nell’astrologia e
nell’arte di predire il futuro attraverso l’interpretazione dei fenomeni naturali o con la lettura degli organi di animali uccisi.
La magia si può definire come:
la credenza nel potere del gesto e della parola.
Le arti magiche comprendono formule verbali, invocazioni e pratiche con le quali stregoni e sciamani ritengono di influire sul corso degli eventi o sulla natura delle cose. Essi utilizzano pozioni, l’imposizione delle mani o l’azione a distanza di gesti rituali compiuti con oggetti, sia per curare o infliggere malefici.
La cultura popolare, inoltre, distingue, come già anticipato, due tipi di magia:
- · La “magia bianca”, la quale è quella che persegue scopi benefici.
- · La “magia nera”, la quale è quella distruttiva.
La prima mira a trasformare la natura, inserendosi nelle sue leggi e percorrendo la strada empirica e razionale.
La seconda percorre strade alternative, in quanto si prefigge di ottenere scopi benefici o malefici ricorrendo alla potenza del gesto e della parola.
Inoltre, si serve delle pratiche più varie, come forme verbali ripetute più volte, aspersione di liquidi ed il contatto con oggetti. L’opera di magia può essere chiamata in vari modi: negromanzia, divinazione, sortilegio, incantesimo, fattura, malocchio, stregoneria.
- Il termine “negromanzia” indica un’antica arte divinatoria fondata sull’evocazione degli spiriti dei defunti e su pratiche occulte effettuate sui cadaveri.
- La parola “divinazione” designa l’arte di predire il futuro, ovvero di scoprire le intenzioni divine interpretando gli eventi
- Il “sortilegio” era nell’antichità una pratica divinatoria, effettuata lasciando cadere dei bastoncini o altri oggetti colorati ed interpretandone le modalità della caduta.
- La parola “incantesimo”, o “fattura”, si riferisce, invece, alla facoltà di incantare, cioè di soggiogare qualcuno, influire su di lui a distanza addormentarlo o pietrificarlo.
- Il “malocchio” richiama la potenza della visione e si riferisce all’influsso malefico esercitato dallo sguardo di persone dedite a pratiche magiche e diaboliche.
- La “stregoneria” per la cultura popolare equivale alla magia nera, per l’antropologia, invece, è un individuo con la capacità di dominare le potenze sovrumane.
Il principio di similarità, secondo il quale il simile produce il simile, utilizzando la magia omeopatica, cioè incantesimi sull’immagine del nemico.
Il principio di contatto, secondo il quale le cose che sono state a contatto tra loro continuano ad agire l’uno con l’altra anche quando la cessazione del contatto fisico, utilizzando la magia contagiosa, cioè usando parti del corpo.
In conclusione, secondo Frazer, la magia si basa sullo stesso principio della scienza moderna: l’universo è ordinato ed uniforme, ed in esso ogni causa è seguita da un effetto.
Dopo aver partecipato a tre spedizioni nel Sudan meridionale tra un popolo di coltivatori, cacciatori e pescatori, descrisse la cultura nel volume:
“Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande”.
Egli studiò la magia non come fase del processo evolutivo (prescientifica), ma nel contesto in cui si manifesta; diceva che il popolo degli Azande spiegavano attraverso la magia eventi fausti ed infausti.
Nel contesto culturale studiato da Evans-Pritchard, dunque, magia e stregoneria non hanno a che fare con il soprannaturale, ma sono realtà profondamente umane, strumenti con cui difendersi dai nemici o con cui attaccarli; attraverso gli oracoli, gli esorcismi.
Per capire meglio riassumiamo schematicamente quello che è stato descritto:
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