senza la parola e senza quegli strumenti, che, a cominciare dalla scrittura, hanno reso possibile la comunicazione di esperienze e la condivisione di visioni del mondo e racconti mitici, sapremmo ben poco di noi stessi.
Potere e limiti della parola
Le culture che non conoscono la scrittura, cioè la parola scritta, sono definite “culture ad oralità primaria”. Per le caratteristiche ed i modi di vita tipici di queste culture, la memoria è l’unico “strumento” per conservare e trasmettere il sapere, avente un ruolo centrale.
Per facilitare la memorizzazione, il pensiero viene espresso mediante frasi fatte, proverbi, massime.
Le comunicazioni nelle culture ad oralità primaria, avvengono essenzialmente faccia a faccia, dando molta importanza allo scambio mediato, alla negoziazione ed alla relazione in sé e per sé, influendo sul valore sociale delle relazioni interpersonali dirette.
Con le sofisticate tecnologie della comunicazione (computer, internet, posta elettronica) fa dimenticare quanto sia potente la parola come strumento di comunicazione. Infatti, a essa le culture orali attribuiscono un potere magico e taumaturgico, cioè curativo. Tuttavia, la comunicazione orale presenta alcuni limiti:
- . Non persiste
- . È limitata
nello spazio
- . È limitata ad
un numero stretto di persone
L’invenzione della scrittura e la cultura chirografica
Il primo sistema di scrittura inventato dai Sumeri (3.500 a.C.) è chiamato “cuneiforme”, perché composto da caratteri a forma di cuneo incisi su tavolette di argilla. La loro scrittura si è evoluta nel tempo prima con dei pittogrammi, disegni stilizzati degli oggetti a cui si voleva riferire (disco con raggi per il sole), con ideogrammi, rappresentazioni simboliche delle idee (cartelli stradali odierni), ed infine i fonogrammi (segni attraverso suoni).
Verso la metà del secondo millennio a. C., ci fu l’invenzione del primo alfabeto fonetico, compiuto dai Fenici, composto di 22 segni consonantici, a cui il lettore doveva aggiungere le vocali.
Quest’ultimo può essere considerato l’antenato dell’alfabeto greco, il quale comprendente di 25 segni, distinti tra vocali e consonanti, fu creato a partire dal VIII secolo a.C.
Con l’invenzione della scrittura ebbe inizio la cosiddetta cultura chirografica o manoscritta, la quale si impose col tempo sulla cultura orale e potevano fare a meno della memoria perché il loro sapere veniva depositato nei libri.
L’invenzione della stampa e la cultura tipografica
Verso la metà del secolo XV comparve in Europa la stampa a caratteri mobili. L’inventore fu l’orefice Johannes Gutenberg (1395-1468).
Grazie a lui ci furono conseguenze sociali e culturali rilevantissime. Furono stampati più libri di quanti non ne avessero stampati tutti gli amanuensi. Il libro divenne così un oggetto molto diffuso, capace di entrare anche nelle case delle famiglie di media condizione sociale.
Sul piano lessicale e grammaticale, le opere a stampa contribuirono a creare una lingua standard, con regole ortografiche codificate. Le lingue più favorite furono quelle nazionali degli Stati economicamente e politicamente più potenti.
Riassumendo schematicamente quanto detto:
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